I silenziosi custodi dell'archivio

Il datalogger per il monitoraggio ambientale inserito nella teca che custodisce la bolla papale di Paolo III
Il datalogger per il monitoraggio ambientale inserito nella teca che custodisce la bolla papale di Paolo III

L’enorme patrimonio archivistico della Fondazione Roma non è soltanto riordinato e catalogato secondo le regole della scienza archivistica ma anche conservato con rigorosi criteri scientifici.


Se è vero infatti che la carta e la pergamena sono in linea di massima supporti più duraturi di molte moderne versioni elettroniche e garantiscono la fruizione agli studiosi per lunghi secoli, è pur vero che si tratta di materiali organici e pertanto soggetti a una vasta serie di minacce ambientali.


La prima accortezza da impiegare nella conservazione di questi beni, dunque, è di garantire stabilità di temperatura e umidità. Questi materiali, infatti, sono molto sensibili non tanto a condizioni estreme quanto piuttosto alle variazioni climatiche. La tendenza dei materiali è sempre alla creazione di un equilibrio con l’atmosfera circostante. La fluttuazione frequente di calore, come per esempio nel ciclo giorno/notte, induce invece le fibre a espandersi o contrarsi con conseguente danneggiamento meccanico. Una eccessiva alternanza di secco e umido in relazione agli orari di riscaldamento o condizionamento di un locale può indurre alterazioni chimiche e biologiche.


Per questo motivo sia la sala museale della Fondazione che il deposito archivistico vero e proprio sono mantenuti a livelli climatici fissi da un sofisticato sistema di condizionamento e sono costellati da una rete di datalogger, sonde per il monitoraggio dei dati ambientali.

Uno dei datalogger nel deposito dell'archivio
Uno dei datalogger nel deposito dell'archivio

Il sistema è costituito da due tipi di sonde, collegate tra loro con un sistema wireless: i datalogger, appunto, destinati a rilevare i dati e a ritrasmetterli, e un sensore adibito a ricevere e registrare questi dati. I primi sono distribuiti nelle vetrine di esposizione e nel deposito, l’altro è connesso al computer dell’archivio, sul quale un apposito software rielabora e interpreta i dati ricevuti.

Elaborazione grafica dell'andamento di temperatura e umidità nell'archivio e nella sala museale
Elaborazione grafica dell'andamento di temperatura e umidità nell'archivio e nella sala museale

Lo scarico dei dati nel computer avviene due o tre volte a settimana a discrezione dell’archivista, ma i datalogger eseguono un monitoraggio continuo con rilevamento dei dati ogni ora. Questi vengono conservati nei datalogger grazie a un buffer fino al momento del riversamento nel computer. 


È anche possibile leggere i dati direttamente sui datalogger mediante a un piccolo schermo LCD, per un controllo più veloce e informale anche solo passando nei locali monitorati.


L’intero sistema di monitoraggio è sottoposto a revisione semestrale per garantire una tutela sicura e costante di questi preziosi beni storici.


Francesca Garello