Tipologia
- Serie
Numerazione
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Numero definitivo
- 3
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Numero romano
- III
Consistenza rilevata
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Consistenza (testo libero)
- fascicolo 1
Storia istituzionale/Biografia
- Come simbolo istituzionale la Cassa di risparmio di Roma scelse, fin dal 1836, anno della sua fondazione, l'immagine della lupa che allatta i gemelli Romolo e Remo, un episodio collegato alle origini mitiche di Roma e, quindi, adottato anche come emblema della città. Questa immagine, che rafforzava il legame tra la Cassa e la città di Roma, venne ripetuta su numerosi documenti, tra cui statuti, bilanci e libretti di deposito, e fu rappresentata nel corso del tempo secondo differenti iconografie: nella più antica la lupa si presenta con la testa rivolta verso i gemelli; in un'altra è raffigurata all'interno di una grotta riferibile al Lupercal, cioè il luogo posto ai piedi del colle Palatino dove, secondo la tradizione, furono allattati Romolo e Remo; la terza immagine, più rara, mostra la lupa distesa a terra (per le tre iconografie descritte si vedano i frontespizi degli statuti e dei bilanci a stampa dal 1836 al 1890).
Agli inizi del '900 venne introdotto un nuovo elemento simbolico, l'alveare circondato da uno sciame di api, che in seguito sarà affiancato per lungo tempo alla figura isolata della lupa. Le api e l'alveare, simboleggianti la previdenza, sono peraltro alcuni dei simboli di maggiore diffusione nel campo della propaganda e della comunicazione pubblicitaria dei primi decenni del XX secolo. Nel corso del '900, alle immagini dell'alveare e della lupa, variamente associate, vennero spesso aggiunti altri oggetti simbolici, come le spighe e la cornucopia, e figure allegoriche, come le personificazioni dell'Abbondanza, della Carità e della Povertà, tutti motivi riconducibili al valore del risparmio e ai concetti di fecondità e di ricchezza da esso derivanti (queste figure sono rappresentate su polizze di pegno e su assegni).
Nel 1936, anno in cui la Cassa di risparmio di Roma celebrò il centenario della sua fondazione, venne ufficialmente riconosciuto e approvato lo stemma dell'Istituto. L'autorizzazione all'uso dello stemma fu sancita mediante l'emanazione di una lettera patente firmata dal re d'Italia Vittorio Emanuele III, e dal capo del governo Benito Mussolini. Nello stemma, recante le immagini dell'alveare e della lupa, venne aggiunto in questo periodo il fascio littorio, quale richiamo ai fasti del regime. Lo stemma appare diffusamente anche sulle decorazioni esterne e interne dei palazzi, sulle medaglie commemorative, coniate dalla Cassa in occasione delle principali ricorrenze, sulla carta intestata, sui sigilli e sui timbri. L'adeguamento ai modelli grafici affermatisi a partire dagli anni '60, produsse una nuova immagine, più attuale e più consona al gusto iconografico dell'epoca, che sostituì il vecchio stemma con la lupa e l'alveare: nel 1974, nell'ambito della campagna propagandistica attuata dall'ACRI a favore delle casse di risparmio, la Cassa di Roma adottò un nuovo simbolo collegato al risparmio, già usato come emblema dell'Associazione, cioè il salvadanaio composto da cerchi concentrici stilizzati, largamente rappresentato sui documenti, sulla carta intestata, sui manifesti e sugli opuscoli pubblicitari, sulle pubblicazioni aziendali, nelle insegne. Più tardi questo marchio verrà affiancato e poi sostituito dal logo aziendale formato dalla sintesi del nome dell'Istituto, cioè le iniziali stilizzate CRR.