Verbali delle adunanze della Commissione amministratrice
Tipologia Livello
Data cronica
- 1875 - 1937
Tipologia
- Serie
Numerazione
- Numero definitivo
- 7
Contenuto
- I registri cartacei sono di medio formato (mm. 325x245), rilegati in cartoncino e ricoperti in pergamena. La maggior parte di essi ha un frontespizio e un foglio di guardia, mentre alla fine dei volumi è presente una rubrica (fatta eccezione per il registro n. 5, che ha una rubrica a parte) [Nota: Cfr. ASBR, MdP, Rubriche dei verbali, n. 1.] dei nomi di persona e di enti e degli oggetti relativi alle deliberazioni prese. In molti dei registri si trovano allegate copie dei verbali, in forma dattiloscritta. Quasi tutti riportano sul piatto anteriore l'intitolazione: ove mancante, quest'ultima è stata rilevata dal dorso o dal frontespizio.
E' stata inoltre riscontrata la presenza di una precedente segnatura, apposta con etichette sul dorso dei registri. Si segnala inoltre che copie dei verbali delle deliberazioni dal 1871 al 1916 sono raccolte nella categoria "L" del Carteggio 1871 - 1937.
Consistenza rilevata
- Consistenza (testo libero)
- Unità archivistiche 40
Storia istituzionale/Biografia
- Il 7 gennaio 1871, all'indomani dell'annessione di Roma al Regno d'Italia e alla proclamazione di Roma capitale, il luogotenente del re Alfonso Lamarmora decretò lo scioglimento della amministrazione del Monte di pietà per ricostituirla "nei termini di legge"[Nota: In ASBR, MdP, Raccolta di decreti e disposizioni, n. 1, p. 1] , affidandone temporaneamente la direzione a un commissario straordinario, il barone Alessandro D'Emarese. Con l. 28 giugno 1874, n. 2054, pubblicata sulla «Raccolta ufficiale di leggi e decreti del regno» (serie 2^) e successivo r. d. 23 agosto 1874, il Monte di Pietà venne ricondotto finalmente ad Opera pia, "con il compito di soccorrere le classi meno agiate con prestiti sopra pegni". Per quanto riguarda l'ufficio di cassa nelle province pontificie prima svolto dal Monte di pietà di Roma, questa competenza fu trasferita all'amministrazione della Cassa depositi e prestiti dello Stato (detta amministrazione ebbe altresì l'incarico di realizzare l'attivo e liquidare il passivo dell'Istituto Monte di pietà) [Nota: ibid., cfr. pp. 148 e seguenti] . La legge stabiliva inoltre il passaggio al nuovo organo amministratore dell'istituto: al commissario venne sostituita una nuova Commissione amministratrice, composta da cinque membri eletti dal Consiglio comunale e da due eletti dal Consiglio provinciale [Nota: Una prima Commissione era stata nominata nel 1874, ma si dimise nel maggio del 1875: cfr. ASBR, Md, Raccolta di decreti e disposizioni, n. 1, pp. 183-184, e p. 210. La nuova Commissione fu nominata nel settembre dello stesso anno, ibid., p. 225.] . La Commissione, prima di entrare pienamente in ufficio, avrebbe dovuto compilare, con l'intervento del commissario, il nuovo statuto organico dell'Opera pia. Finalmente il 2 ottobre 1875 avvenne l'insediamento della nuova amministrazione: i primi commissari furono: Samuele Alatri (eletto presidente), Pietro Cavi, Achille Trombetti, Filippo Bennicelli, Augusto Castellani, Pietro De Angelis, Achille Tritoni [Nota: Ibid., pp. 225-226.] . La serie vera e propria dei verbali delle adunanze inizia quindi nel 1875: tra i primissimi provvedimenti vi è la verbalizzazione dell'approvazione, (effettuata con il commissario regio), del nuovo statuto nella seduta del 24 ottobre 1875 [Nota: Cfr. questa serie, n. 1, p. 7.] . Va ricordato che alcuni dei primi provvedimenti della commissione (dicembre 1874 - gennaio 1875) sono raccolti nel registro n. 3 della serie Raccolta dei decreti e disposizioni. Secondo quanto stabilito dal nuovo statuto i membri della Commissione amministratrice durano in carica quattro anni ed eleggono annualmente un Presidente tra i commissari [Nota: ASBR, MdP, Statuti, regolamenti e stemma, n. 10, pp. 6 e seguenti.] . Le riunioni della Commissione sono convocate inizialmente due volte al mese. Il regolamento interno approvato dalla Commissione nel 1894 stabilisce che l'Istituto sia composto dai seguenti uffici: Direzione, Segreteria, Computisteria, Cassa, due Uffici di prestanza, due Custodie, un Ufficio di disimpegno, un Ufficio di rinnovazione, un Ufficio delle vendite [Nota: Ibidem.] . Tra i compiti della Commissione vi è quello della nomina e revoca degli impiegati e degli inservienti e la compilazione del regolamento per il servizio interno: la Commissione stabilisce gli interessi e delibera sulla concessione di prestanze maggiori al tetto stabilito (previa autorizzazione dell'autorità tutoria). Ogni singolo commissario, inoltre, a turno, vigila quotidianamente sull'attività dell'istituto. Il presidente cura l'esecuzione delle deliberazioni, firma i processi verbali e la corrispondenza. Con il nuovo statuto (1901) [Nota: Lo statuto verrà riformato successivamente in alcune parti, v. ad es. la deliberazione della Commissione in data 16 ottobre 1918: cfr. in questa serie, il registro n. 13, p. 103. Nel frattempo, già dal 1911 il Monte di pietà aveva iniziato la funzione di istituto di risparmio.] e il nuovo regolamento interno (1902), il Monte di pietà vede aumentare i propri servizi di credito e di investimento. Le convocazioni della Commissione diventano mensili; viene inoltre istituita la figura del direttore generale degli uffici, che oltre ad essere il responsabile della sorveglianza del personale, del mantenimento dell'ordine e della disciplina, svolge anche le funzioni di segretario della Commissione amministratrice, compilando il verbale delle sedute nelle quali ha solo voto consultivo [Nota: In ASBR, MdP, Statuti, regolamenti e stemma, nn. 24 e 27] . Egli firma con il presidente ogni atto emanato dalla amministrazione, partecipandone la responsabilità. Al contrario dei commissari, che svolgono il loro ufficio gratuitamente, (fatta eccezione per il gettone di presenza che sarà stabilito con lo statuto del 1924) il direttore è stipendiato. Altra riforma seguì tra il 1923 e il 1924, quando l'istituto, con il r. d. 14 giugno 1923, fu classificato tra i Monti di prima categoria, dandogli facoltà di poter costituire conti correnti garantiti da ipoteca, ovvero un modesto esercizio di attività bancaria: a seguito di questa riforma statutaria il presidente dura in carica per un biennio e ogni commissario riceve un gettone di presenza per ogni giorno di servizio durante i turni di vigilanza e per ogni adunanza. Mentre vengono ampliate le attività di credito e di investimento e promossa l'assunzione di nuovi servizi (il Monte assume la gestione dell'Esattoria del Comune, poi del Governatorato e della Ricevitoria provinciale di Roma, per le quali viene istituito anche un Ufficio contenzioso [Nota: "...cui è affidata la consulenza, e normalmente la difesa delle cause attive e passive nell'interesse dell'Esattoria comunale e Ricevitoria provinciale innanzi all'autorità giudiziaria e alle magistrature speciali... La sorveglianza è affidata a due commissari del Monte designati dalla Commissione amministratrice.", cfr. in questa serie, n. 16, pp. 42 e seguenti.] ), l'elezione dei commissari diventa di competenza del Ministero dell'economia nazionale e della Camera di commercio, oltre che della Provincia, del Comune di Roma [Nota: Cfr. legge 14 giugno 1923, n. 1396 che classificava i Monti a seconda dell'ammontare dei depositi: il Monte di pietà di Roma fu classificato nella prima categoria; assoggettata alla legge sulle Casse di risparmio ordinarie; cfr. le serie ASBR, MdP, Statuti, regolamenti e stemma, n. 24, e Resoconti morali e Conti consuntivi, n. 42]. L'ultima seduta della Commissione prende atto della fusione del Monte di pietà con la Cassa di risparmio di Roma con r. d. l. 18 febbraio 1937, n. 117 [Nota: Cfr. questa serie, n. 36, p. 393. ] ; nel registro n. 36 sono allegate copie degli atti legislativi relativi all'incorporazione [Nota: Ibid., ad apertura di registro.] .
Note
- Lo stato di conservazione è buono.