Tipologia
- Sottosezione
Numerazione
Contenuto
- La sezione è costituita da 92 unità archivistiche, suddivise in 4 serie.
L'impianto e la struttura dei libri mastri, pur nella specificità delle diverse categorie contabili, sono analoghi: le registrazioni relative ai movimenti delle entrate ed uscite vengono disposte su carte affrontate, secondo il sistema della partita doppia, con rinvii ad altre serie contabili (filze di giustificazioni, registri di entrate ed uscite, riparti) e l'indicazione, talvolta, dei resoconti complessivi alla fine dell'anno; questi ultimi, nel caso dei mastri generali, sono presenti anche per settimana.
I mastri sono volumi di grande formato; nei volumi dei secoli XVII-XVIII la coperta è in pergamena o pelle decorata a secco su assi di cartone; talora il taglio superiore o inferiore è decorato a motivi floreali. Nei volumi dei secoli XIX-XX la coperta è in tela su assi di legno o cartone, con chiusure e parangoli metallici e dorsi in pelle allumata. Il supporto è cartaceo. Lo stato di conservazione dei registri è mediocre; si registrano danni di tipo meccanico (lacerazioni, allentamento delle cuciture), maculature di diverso colore e l'indebolimento del supporto dovuto all'azione acida dell'inchiostro.
Consistenza rilevata
-
Consistenza (testo libero)
- unità archivistiche 92
Storia istituzionale/Biografia
- L'esigenza di mantenere separate le scritture contabili delle due amministrazioni del Monte dei prestiti e del Banco dei depositi, così come è attestato fin nei primi statuti, [Nota: Statuti del 1617, cap. IV; il principio viene ribadito negli statuti successivi, Statuti rinnovati del 1767, cap. XLIX.] determinò la produzione di più serie parallele di libri mastri (mastro dei prestiti, mastro dei depositi liberi, mastro dei depositi vincolati, mastro dei depositi dei luoghi pii, mastro generale del Banco dei depositi, mastro dei chirografari); [Nota: La compilazione dei libri mastri era affidata agli uffici di computisteria, vedi Statuti del 1617, capp. XXVII e XLV; Statuti rinnovati del 1767, capp. XXV-XXVIII, LI-LVI.] il nucleo più consistente di questa documentazione riguarda il Banco dei depositi ed è attualmente conservato presso l'Archivio di stato di Roma; [Nota: Si tratta dei mastri dei depositi liberi, dei luoghi pii e dei vincolati, cfr. elenco di consistenza presente in archivio.] sempre riferibili all'amministrazione dello stesso Banco sono inoltre i libri mastri generali compresi in questa sezione. Riguardo alla produzione dei mastri relativi all'amministrazione del Monte dei prestiti, ne rimane un numero di testimonianze incompleto, [Nota: Il Tosi ritiene poco credibile, perché non suffragata da fonti, la notizia data dal Tamilia circa la distruzione di parte dell'archivio (libri mastri dell'ufficio dei prestiti) venduto come carta da macero, voluta dal cardinale Aurelio Roverella; cfr. M. Tosi, Il Sacro Monte di Pietà… cit., p. 342. In realtà all'interno del volume contenente le risoluzioni e i decreti del cardinale Roverella, nominato visitatore apostolico con l'incarico di provvedere alla riapertura del Monte di Pietà in seguito alla restaurazione del governo pontificio, si autorizzano i Sindaci a vendere "li libri delle custodie inutili ... come ancora altri che si crederanno inutili" e a scegliere "quelli libri dell'imprestiti, che crederanno utili a tenersi, e gli altri venderli con ritenere le coperte, corami, carte pecore per uso de libri da farsi, o altro" , in Decreti di congregazione, n. 33, congregazioni del 20 luglio e 6 agosto 1801.] fatta eccezione per la serie dei mastri dei chirografari, che ha inizio con l'introduzione di questa particolare tipologia di depositi durante la direzione di Giovanni Pietro Campana e si conclude nei primi anni del periodo di amministrazione provvisoria del commissario regio Alessandro D'Emarese (1871 - 1874). Unitaria risulta invece l'ultima fase di produzione dei mastri, che ha inizio nel 1871 e termina nel 1933.