Tipologia
- Serie
Numerazione
Contenuto
- La serie comprende la raccolta degli statuti e regolamenti, originali ed in copia, manoscritti e a stampa dal 1617 al 1936 e la dichiarazione ufficiale di riconoscimento dello stemma del Monte di Pietà.
Nota: Le vicende relative alla legislazione statutaria del Monte di Pietà, anche per il periodo precedente la riforma generale del 1617, sono state ricostruite da C. M. Travaglini, Il Monte di Pietà di Roma ... cit., passim. Cfr. anche M. Tosi, Il Sacro Monte di Pietà ...cit., cap. XI; D. Tamilia, Il Sacro Monte di Pietà ... cit., cap. II; F Arcelli, Gli statuti del 1581 del Sacro Monte di Pietà di Roma, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1999, pp. 27-44.
La serie è costituita da documentazione di vario formato e tipologia; il supporto è cartaceo.
Consistenza rilevata
-
Consistenza (testo libero)
- Unità archivistiche 39
Storia istituzionale/Biografia
- Dal momento della fondazione del Monte di Pietà di Roma, avvenuta nel 1539, fino a circa la metà del XVI secolo, non fu mai elaborato un codice normativo di riferimento, ma ci si limitò a seguire i dettami contenuti nella bolla istitutiva di Paolo III [Nota: ASBR, MdP, Bolle, brevi e istrumenti, n. 7.] , mentre tutte le decisioni necessarie a regolare l'attività dell'istituto venivano prese in sede di congregazione. Testimonianze di alcuni primi ordinamenti sono rintracciabili in un antico registro miscellaneo, nel quale furono trascritti il regolamento redatto nel 1551 in occasione dell'unione del Monte di Pietà con la Congregazione di S. Bernardo, [Nota: ASBR, MdP, Istrumenti, n. 1, cc. 142r-144r. Cfr. anche M. Tosi, Il Sacro Monte di Pietà ...cit., pp. 39-41; C. M. Travaglini, Il Monte di Pietà di Roma ... cit., p. 23; F Arcelli, Gli statuti del 1581, cit., pp. 28-29.] durata un periodo molto breve (1551-1552) e gli «Ordines officialium Montis Pietatis ...», destinati a definire incarichi e competenze nell'ambito dell'amministrazione dell'istituto. [Nota: ASBR, MdP, Istrumenti, n. 1, cc. 144r-145r.] Nel 1556, in occasione della congregazione tenuta il 5 agosto, il cardinale protettore Rodolfo de Carpi diede l'incarico ad una commissione di predisporre un testo riepilogativo di norme necessarie a definire la struttura amministrativa ed a regolare l'attività del Monte; nella successiva congregazione del 16 agosto furono presentati ed accolti una serie di capitoli, destinati ad essere approvati in sede di congregazione generale, che possono considerarsi il primo nucleo autonomo della legislazione statutaria del Monte di Pietà [Nota: Ibid., cc. 145r-v. ] , anche se destinato ad essere ancora, per lo più, un'importante base di riferimento da integrare o modificare da parte della congregazione in relazione alle necessità e all'emergere di nuovi problemi. Nel 1557, nella congregazione del 29 marzo, avvenne la delibera ufficiale circa la definizione di questo primo documento normativo unitario, strutturato in 16 capitoli. [Nota: ASBR, MdP, Decreti di congregazione, n. 1, c. 28rv.] Durante il protettorato di Carlo Borromeo, intorno al 1565, fu invece approvato un primo corpo organico di norme statutarie, suddiviso in una prefazione, 23 capitoli, una conclusione e tre capitoli aggiunti. [Nota: Del testo a stampa di questi statuti, disposto nella congregazione del 7 marzo 1570 (ASBR, MdP, Decreti di congregazione, n. 2, c. 53r) non è mai stata rinvenuta traccia. Ne esiste invece una copia manoscritta all'interno del codice Vat. lat. 6203 (cc. 150-169) ed una trascrizione dallo stesso codice effettuata da Donato Tamilia (per cui cfr. questa serie, n. 23) e pubblicata in D. Tamilia, Il Sacro Monte di Pietà ... cit., pp. 119-137.] Una revisione di questi statuti venne avviata alla fine del 1578 [Nota: ASBR, MdP, Decreti di congregazione, n. 2, c. 162v, congregazione del 28 dicembre.] , durante il protettorato del cardinale Francesco Alciati, approvata nel 1579 [Nota: Ibid., c. 173v, congregazione del 13 settembre.] e data alle stampe nel 1581, sotto il successivo protettorato di Filippo Guastavillani; il testo comprende un proemio e 30 capitoli. [Nota: Editi da F. Arcelli, Gli statuti del 1581... citato. La copia a stampa degli statuti edita da Arcelli è conservata nel fondo miscellaneo Bolle per diverse Militie di Cavalieri per diversi collegij di Roma per il Monte di Pietà e per la Santa Casa di Loreto, Armario IV, tomo 22, pp. 486-506 dell'ASV.] La riforma generale degli statuti del 1581 venne avviata nel 1611 [Nota: ASBR, MdP, Decreti di congregazione, n. 5, c. 145r, congregazione del 4 gennaio.] e definitivamente approvata dal cardinale protettore Pietro Aldobrandini il 22 febbraio 1617 [Nota: In questa serie, n. 1.] ; gli statuti si articolano in 49 capitoli, preceduti da un proemio. Un'importante riforma introdotta con gli statuti del 1617 è l'istituzione di un'amministrazione autonoma e separata per la gestione dei depositi, distinta dai prestiti, a seguito «particolarmente del augumento de gli Offitiali, & de negotii, cagionato dalli depositi ...», anche se «tutti gli emolumenti, & spese, tanto di questo, quanto di quello, appartenghino al Monte de gl'Impresti, come à Capo, & Padrone principale, essendo il maneggio de' Depositi Membro del Monte de gl'Imprestiti». [Nota: Statuti del 1617, p. 4 e cap. IV.] L'esigenza di un nuova riforma statutaria emerse un secolo e mezzo dopo circa, nel 1760, quando in seguito a numerosi casi di irregolarità evidenziati dai frequenti richiami al rispetto dei regolamenti contenuti nei verbali delle congregazioni, il papa Clemente XIII nominò visitatore apostolico Giuseppe Maria Castelli, con il compito di verificare lo stato patrimoniale dell'istituto, l'organizzazione interna del Monte dei prestiti e del Banco dei depositi e di provvedere ad un riordinamento delle due amministrazioni; l'incarico del Castelli durò sette anni e sulla base dei decreti promulgati nel corso di questo periodo furono compilati i nuovi statuti del 1767, articolati in 70 capitoli. [Nota: In questa serie, n. 6, originale manoscritto dei nuovi statuti sottoscritto dal cardinale Castelli.] Le norme statutarie del 1767 furono le ultime ad essere promulgate durante l'amministrazione pontificia e, di fatto, non vennero più rinnovate. Con il ripristino del governo della Chiesa in seguito alla caduta della Repubblica francese (1798-1799), il visitatore apostolico Aurelio Roverella, incaricato di riavviare l'attività del Monte, elaborò alcune importanti riforme, tradotte in decreti, mentre gli statuti rimanevano in vigore in tutto quello che non veniva dai decreti stessi revocato. [Nota: ASBR, MdP, Decreti e relazioni di visite apostoliche, n. 5, c. 28r (numerazione moderna a matita).] L'affidamento della direzione del Monte al tesoriere generale della Camera apostolica, in seguito alla caduta del governo imperiale napoleonico (1809-1814) confermò questa posizione nei confronti della legislazione statutaria, come si evince da una notificazione del segretario di stato cardinale Ercole Consalvi del 14 ottobre 1818, nella quale, in riferimento ad alcune importanti disposizioni sulla gestione dei pegni e dei prestiti, si esorta il tesoriere generale ad eseguire le stesse «sulla traccia degli Statuti del detto S. Monte in tutto ciò, in cui sono conciliabili coll'attuale stato delle cose, riservandosi di richiamare i medesimi alla piena loro osservanza anche in ciò che ne concerne la organizzazione direttiva, allorché l'impianto dell'azienda sarà formato ...». [Nota: ASBR, MdP, Carte diverse, Carte e fascicoli sciolti, busta 1, fasc. 2, n. 2 ) La seconda fase di una raccolta organizzata di norme per il Monte di pietà ha inizio solo dopo la fine del governo pontificio, nel 1871, con le Istruzioni temporanee per l'amministrazione dell'Istituto emanate dal commissario straordinario Alessandro D'Emarese; suddivise in 31 articoli, stabiliscono le condizioni di erogazione dei prestiti ed il funzionamento degli uffici. Concluso il periodo di amministrazione provvisoria, la nuova commissione amministratrice, insediatasi il 2 ottobre 1875, elaborò ed approvò il 24 dello stesso mese un testo in 25 articoli, che ottenne la sanzione regia il 28 novembre successivo. Gli statuti del 1875 definiscono la struttura e le funzioni del nuovo organo direttivo e, sottolineando come scopo primario del Monte quello di «soccorrere le persone bisognose mediante prestanze sopra alcune determinate cose mobili lasciate in pegno...», descrivono puntualmente l'attività del prestito pignoratizio, l'unica riservata al Monte di Pietà, dopo che l'istituto era stato sottoposto alla normativa riguardante le opere pie. [Nota: Legge del 28 giugno 1874, n. 2054.] Tra il 1875 e il 1901, anno della successiva riforma statutaria, vengono approvati una serie di importanti regolamenti per i servizi interni e l'organico e per disciplinare cambiamenti nella gestione di alcuni servizi (agenzie di pegni e succursale di Tivoli). I nuovi statuti approvati con r.d. del 6 giugno 1901 recepirono le innovazioni poste in essere dalla nuova normativa sui monti di pietà del 4 maggio 1898, in base alla quale a questi enti veniva riconosciuto un carattere misto di istituti di beneficenza e di credito. La legge del 1898 consentì al Monte di Pietà di riavviare una serie di attività di tipo strettamente bancario - prima fra tutte, la raccolta dei depositi - che vennero nel tempo sempre più ampliandosi e diversificandosi. Con il r.d. del 14 giugno 1923 l'istituto romano fu classificato tra i monti di prima categoria, un provvedimento che contribuì consolidare il Monte di Pietà come azienda di credito e di cui sono testimonianza le riforme statutarie e i regolamenti elaborati nel corso dell'ultimo trentennio di vita dell'ente.
Criteri di ordinamento
- Nel caso di unità archivistiche costituite da stampati, nella sezione estremi cronologici sono stati indicati anche il luogo e la data di edizione dell'unità bibliografica. La serie è costituita da documentazione di vario formato e tipologia. Il supporto è cartaceo.
Unità di conservazione
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Unità di conservazione
- buste
-
Numero / i
- 1-7
Note
- Lo stato di conservazione è nel complesso mediocre; nei volumi di epoca più antica i danni più evidenti sono sia di tipo meccanico (lacerazioni, distacchi parziali o totali della coperta, allentamento delle cuciture) sia di tipo chimico - biologico (maculature di diverso colore, indebolimento del supporto dovuto all'azione acida dell'inchiostro).