Decreti di congregazione

Tipologia Livello
Data cronica
1540 - 1811

Tipologia

Serie

Numerazione

Numero definitivo
3

Consistenza rilevata

Consistenza (testo libero)
Unità archivistiche 37

Storia istituzionale/Biografia

Fin dalle origini l'amministrazione del Monte di pietà era affidata ai membri della congregazione, ufficiali e deputati in numero di quindici, che espletavano le loro funzioni in occasione di adunanze periodiche. Le attribuzioni di questo collegio direttivo cambiano nel corso del tempo, così come variano il numero dei componenti, la tipologia delle cariche e i meccanismi di designazione, costituiti da un complesso sistema di elezione e di estrazione a sorte. Negli statuti borromeiani del 1565 ca. e nei successivi del 1581, la congregazione era costituita da 24 membri: tre provvisori (provveditori) con funzioni generali di coordinamento, dei quali due laici ed un ecclesiastico, a cui spettava la qualifica di primo provvisore; due sindaci, con compiti di controllo; quattro deputati alle vendite; un depositario, delegato alla custodia della cassa ed alla tenuta di una contabilità riassuntiva di tutti i movimenti in entrata ed uscita; tredici consiglieri per assistere all'amministrazione dei pegni [Nota: Negli statuti borromeiani i tredici consiglieri erano anche rappresentanti dei rioni, mentre negli statuti del 1581 non si specifica più l'obbligo di associare la figura del consigliere ad un rione.] e un segretario, incaricato di redigere i verbali delle congregazioni, di tenere le scritture e di svolgere le funzioni di notaio. [Nota: ASBR, MdP, Statuti, regolamenti, stemma, n. 22, cc. 3rv, cap. III e in edizione a stampa in D. Tamilia, Il Sacro Monte di Pietà di Roma ... cit. p. 122; F. Arcelli, Gli statuti del 1581 ... cit., p. 54.]
Negli statuti del 1617 il numero dei membri della congregazione passa a 31: quattro provvisori, quattro sindaci (due per il Banco dei depositi e due per il Monte dei prestiti), otto deputati, quattordici consiglieri, un segretario. In questi stessi statuti erano previste una congregazione generale, annuale, ed una ordinaria, settimanale, per la trattazione degli affari amministrativi correnti; alla congregazione generale prendevano parte, oltre ai componenti della congregazione ordinaria, il cardinale protettore, il magistrato romano, il senatore di Roma, i conservatori di Roma ed il priore dei caporioni. [Nota: Statuti del 1617, cap. V.] A partire dal 1731 [Nota: ASBR, MdP, Decreti di congregazione, n. 21, p. 114, congregazione del 15 giugno 1731. La presenza di questa nuova congregazione viene ratificata successivamente negli statuti riformati del 1767, cap. VI.] alla congregazione ordinaria ne viene affiancata un'altra, straordinaria con cadenza mensile, per l'esame di casi urgenti, liti e questioni riguardanti i debitori; ne facevano parte i soli ufficiali, deputati esclusi, e le deliberazioni prese in occasione di queste congregazioni straordinarie dovevano comunque essere ratificate in sede di congregazione ordinaria. Negli statuti riformati del 1767 la composizione della congregazione ordinaria muta di nuovo, alcune funzioni vengono soppresse (i quattordici consiglieri rionali), mentre restano in vigore ed aumentano, con l'ammissione di nuovi deputati con diritto di voto, le cariche con effettivi compiti amministrativi ed ispettivi; tra queste vanno segnalate quattro provvisori, otto sindaci (quattro per il Banco dei depositi e quattro per il Monte dei prestiti), un archivista, due deputati alla visita delle custodie, due deputati alle liti, due deputati fabbricieri (con il compito di sopraintendere alle fabbriche del Monte), due deputati alla vendita particolare dei pegni, un segretario. [Nota: Statuti rinnovati del 1767, cap. IV.] La congregazione ordinaria secondo l'antico ordinamento si riunì per l'ultima volta il 28 gennaio 1811. [Nota: Sulla composizione e le attribuzioni delle diverse congregazioni, cfr. C. M. Travaglini, Il Monte di Pietà di Roma ... cit., passim; M. Tosi, Il Sacro Monte di Pietà ... cit., in particolare capp. III - IV, X - XIV; D. Tamilia, Il Sacro Monte di Pietà ... cit., in particolare cap. II.] La compilazione dei libri dei decreti delle congregazioni era riservata al segretario. Oltre agli ufficiali della congregazione al vertice dell'amministrazione del Monte, la principale autorità di riferimento era rappresentata dal cardinale protettore che coincideva, secondo quanto stabilito nella bolla istitutiva di Paolo III, con il cardinale protettore dell'ordine francescano. Originariamente il ruolo del cardinale protettore non prevedeva importanti compiti operativi, ma, oltre a presiedere le riunioni delle congregazioni, svolgeva essenzialmente una funzione di indirizzo generale, ben definita dal suo titolo, per cui «essere il "protettore" di un'istituzione, negli usi della Roma pontificia, voleva dire esserne il rappresentante ed il patrocinatore in tutte le questioni in cui era necessaria un'azione a qualsiasi livello in ambito ecclesiastico, politico o diplomatico». [Nota: F. Arcelli, Gli statuti del 1581... cit., p. 52.]
Il vincolo con l'ordine dei frati minori viene meno a partire già dalla fine del XVI secolo, come si evince dagli statuti del 1617, nei quali viene sancito, in riferimento ad una prassi avviata durante il pontificato di Clemente XIII dopo l'assegnazione al Monte della Depositeria urbana (1574), che il cardinale protettore venisse scelto dal pontefice, in una rosa di quattro candidati proposti dalla congregazione ordinaria [Nota: Statuti del 1617, cap. I.] ; tale designazione pontificia ne rafforza simbolicamente e fattivamente il ruolo e testimonia «da un lato, sotto il profilo formale, la richiesta di una maggior autonomia decisionale da parte del Monte, dall'altro, nei fatti, un legame di dipendenza sempre più consolidato con i centri decisionali dello stato ...» [Nota: C.M. Travaglini, Il Monte di Pietà di Roma ... cit., p. 61.] ; circostanza, quest'ultima, confermata dal fatto che spesso come protettore fu designato il cardinale nepote pro tempore. Nel 1679, a conclusione del lungo periodo di protettorato del cardinale Francesco Barberini, durato 47 anni, il papa Innocenzo XI non elesse nessuno dei quattro cardinali proposti dalla congregazione e, di fatto, questo significò l'abolizione della figura del cardinale protettore. In sua assenza al vertice dell'amministrazione del Monte di pietà fu posto il primo provvisore, monsignore Giovanni Battista Ginnetti, che deteneva anche la carica di tesoriere generale della Reverenda camera apostolica. Dal 1680 divenne quindi consuetudine far coincidere il tesoriere generale con il primo provvisore del Monte, prassi non confermata da alcuna disposizione normativa fino agli statuti riformati del 1767, i quali, pur non facendo obbligo specifico alla congregazione della nomina a primo provvisore del tesoriere generale, ne consacrarono tuttavia la presenza nella carica. [Nota: Statuti rinnovati del 1767, cap. IV.]

Criteri di ordinamento

Le carte sono sempre numerate; spesso accanto alla numerazione originale si affianca quella apposta durante il lavoro di restauro; nell'indicare la consistenza dei volumi si è preferito far riferimento ad entrambe le numerazioni, nei casi in cui fossero presenti salti o lacune nella cartulazione o paginazione originarie. La coperta è in cartone rivestito di pergamena, con rinforzi di pelle lungo le cuciture, estesi fino al centro dei piatti. Il supporto è cartaceo.

Note

Lo stato di conservazione della serie è ottimo: i volumi sono stati integralmente restaurati; la coperta è in cartone rivestito di pergamena, con rinforzi di pelle lungo le cuciture, estesi fino al centro dei piatti; il supporto è cartaceo.

Persona

Ente